Di seguito pubblichiamo una raccolta degli errori rilevati in seguito alla pubblicazione del libro:
A proposito di miocarditi e vaccinazioni (segnalazione di "Giorgio G").
Il tasso di miocardite riportato nel primo studio citato nel libro (2,33%)1 si riferisce al numero di pazienti che mostravano livelli elevati di biomarcatori di danno cardiaco o valutazioni di laboratorio positive, spia di un danno cardiaco, dopo la vaccinazione.
I tassi di miocardite rilevati possono variare in base ai criteri diagnostici usati per definire questa patologia (tra cui aumento dei biomarcatori di danno cardiaco, sintomi suggestivi come dolore al petto e conferma con diagnostica per immagini). Questo può spostare le percentuali rilevate da uno studio, ma da questi numeri risulta evidente che le probabilità di subire un danno cardiaco a seguito della vaccinazione sono molto alte.
In particolare, sono state riscontrate manifestazioni cardiovascolari nel 29,24% dei pazienti vaccinati, che andavano da tachicardia o palpitazioni a miopericardite. I segni e sintomi cardiovascolari più comuni sono stati tachicardia (7,64%), dispnea (6,64%), palpitazioni (4,32%), dolore toracico (4,32%) e ipertensione (3,99%).
Il 17,94% dei pazienti presentava elettrocardiogrammi anormali (prevalentemente tachicardia sinusale o aritmia sinusale) dopo la vaccinazione.
Due pazienti avevano una sospetta pericardite, quattro pazienti avevano una sospetta miocardite subclinica e un paziente ha sviluppato una miopericardite confermata (nel totale torniamo al dato iniziale del 2,33% di miocarditi o pericarditi confermate o probabili). Due pazienti sono stati ricoverati e un paziente è stato supervisionato in terapia intensiva durante il ricovero, principalmente per l'osservazione di aritmie.
Fortunatamente, il decorso della malattia è stato lieve in tutti i pazienti con sintomi cardiaci: sono stati trattati con ibuprofene per 2 settimane e gli enzimi cardiaci sono tornati alla normalità dopo 1-2 settimane di trattamento ambulatoriale.
Anche il paziente con miopericardite confermata alla risonanza magnetica ha mostrato una completa guarigione e nessuna cicatrice dopo 5 mesi
Rimangono comunque aperte delle domande del tipo: cosa sarebbe successo senza trattamento? Cosa sarebbe successo in un ambiente non controllato (ad es. se un paziente ignaro di aver subìto un danno cardiaco avesse compiuto un’attività fisica intensa)? Cosa sarebbe successo in occasione di un'ulteriore inoculazione di richiamo? Cosa sarebbe successo se alcuni soggetti avessero avuto una cardiopatia pregressa? E soprattutto, considerando che il tasso di mortalità per COVID-19 in Italia nella fascia 0-19 anni era approssimativamente dello 0,0002% (circa uno su 400.000…), considerata anche l’assenza di efficacia nel ridurre la trasmissione virale, è lecito parlare di crimini contro l'umanità per chi ha raccomandato la vaccinazione in questa fascia di età?
Anche nel secondo studio citato nel libro 1, la percentuale riportata (2,83%) si riferisce al numero di sanitari (età mediana 37 anni) che hanno subito un danno miocardico (con una percentuale maggiore tra le donne (3,7%), minore negli uomini (0,8%)), valutato 3 giorni dopo la 3a dose del vaccino "Moderna".
Il danno cardiaco è stato definito basandosi sull'aumento dei livelli di troponina (un marker di danno cardiaco). Questo aumento è stato fortunatamente lieve e transitorio in tutti i casi tranne uno, per cui al massimo si può parlare di miocardite subclinica.
Nessun paziente ha presentato alterazioni elettrocardiografiche e nessuno ha sviluppato eventi cardiaci avversi maggiori entro 30 giorni. Due partecipanti (entrambi donne) oltre al danno miocardico associato al vaccino hanno manifestato dolore toracico.
Ai partecipanti con danno cardiaco è stato chiesto di evitare esercizi intensi per ridurre al minimo l'ulteriore sforzo del miocardio e il danno cardiomiocitario associato. Gli Autori, in effetti, scrivono come: “Potenzialmente, gli esiti cardiovascolari avversi maggiori sono stati evitati dalla rete di sicurezza fornita dalla diagnosi precoce e dall'attuazione tempestiva di misure preventive per il deterioramento, tra cui l'astensione da esercizio fisico intenso”. Il che ci fa tornare alla precedente domanda: Cosa sarebbe accaduto se queste persone, ignare di aver subito un danno cardiaco da vaccinazione, si fossero esposte a un intenso esercizio fisico?